Come vi dicevo ieri, insoddisfatto del suono del Valvestate, iniziai a rimpinzarlo di effetti (tutti rigorosamente Boss) e nel momento di massimo splendore ero il (quasi)felice possessore di:
Ds-2 (comprato permutando il Ds-1): il famoso Turbo Distortion;
Os-2: overdrive-distorsore, bastava girare una manopola e miscelavi le due cose…
Cs-3: compressor sustainer, direi più noiser, ma all’epoca nn sapevo nemmeno come usarlo;
Dd-3: delay, uno dei pochi pedali che mi son pentito di aver poi venduto, onesto e bensuonante (per quel che ci dovevo fare io ovvio);
Ch-1: chorus, di uso raro ma pareva brutto non averlo;
(forse ce n’era un altro, ma ho rimosso) tutti collegati in serie (il send\return, questo sconosciuto) spesa complessiva all’epoca Quasi un 450mila (lire, siamo tra il ’99 ed il 2000), presi (follemente) tutto nuovo di pacca, incluso un alimentatore della bespeco da 7 uscite che ronzava in modo folle, mai capito il perchè visto che lo garantivano schermato.
Tutto questo iniziai a portarmelo in giro in una valigetta da elettricista medio-grande per poi montarlo e smontarlo ogni volta a prove o sul palco.
Disgraziatamente, oltre ad essere pigro, di idee malsane all’epoca ne avevo parecchie, quindi decisi di infilare tutto in una ”valigia” auto-costruita, simil-flightcase, solo che di quest’ultimo non aveva nulla perché:
-avevo usato l’mdf per fare il fondo, pesante solo quanto un sacco di cemento sa essere;
– per il coperchio avevo usato pannelli in truciolare (quelli delle schiene degli armadi) leggero come una piuma, ma iniziò subito ad ”imbarcarsi”;
– gli effetti erano incastrati nelle loro sedi con del profili di alluminio ad ”L” che facevano da guida ma incredibilmente gli effetti non si mossero mai e manco si strisciarono!
– non avendo internet illimitato (benedetto 56K), non ero ancora a conoscenza dei profili e di tutto il materiale specifico per flight (rivetti inclusi) quindi avevo assemblato il tutto con: profili di alluminio generici medi, e vite dado da 4mm, quindi questo implicò l’assenza totale di paraspigoli, di incastro tra coperchio e fondo, di cerniere e chiusure adatte allo scopo, incasinando non poco la faccenda.
– dulcis in fundo maniglia da cassetto (!!!) per portarla a spasso (e pesava un botto) con la conseguenza che la maniglia ti tagliava la mano, anche se ci avvolgevo uno straccio intorno come avevo iniziato a fare dopo i primi segni indelebili sulle mani.
-ancora, gli effetti erano collegati con dei cavi patch multicolor comprati a caro prezzo, di 6 almeno 1 aveva un falso contatto (quello nero, lo ho ancora a casa come reminder) e quindi ogni tanto l’effetto ”Cavo” di Elio e le Storie Tese si materializzava.
– i cavetti di alimentazione erano quelli del Bespeco e fortunatamente non dettero noie di sorta.
Non ho foto di questo accrocchio immondo, all’epoca avevo bassa autostima nel mio saper utilizzare un saldatore e\o un trapano a colonna e mi affidavo al ”già fatto” per gli effetti ed alla scarsa esperienza\intuito per questo primo progetto di board; fatto sta che poi uscii dal gruppo, gli effetti vennero tutti venduti, visto che nemmeno con quelli riuscivo a trovare il ”mio” suono, dopo aver recuperato alluminio e vitarelle la ”scatola” venne bruciata, ed io ricominciai con il valvestate e una pedaliera Korg, la AX1000G (penso il nome sia giusto) presa usata ed iniziai a giocarci un pochino, convinto che avere Nmila preset, simulazioni, effetti, all-in-one fosse LA soluzione ai miei problemi di sonorità e di poca confidenza con i vari pedali..pffff…illuso!
A.